Matteo Bianco, figlio di un ricco borghese, ha perduto un occhio in guerra. Nel '43 rientra dal fronte e trova la situazione politica in evoluzione. Si associa per calcolo ad un gruppo partigiano comunista e viene impegnato come docente nei corsi di formazione politica del partito. Un giorno, per le vie di Roma, incontra una bimba di nome Amelia che gli racconta la sua storia: una storia di pene e di frustrazione conseguenti all'ambiente conformista in cui è costretta a vivere. I due si incontrano nuovamente dopo alcuni anni. Matteo è un dirigente del partito, Amelia giovane impiegata ha già avuto le prime incresciose esperienze con il suo capoufficio. I due decidono di avviare una relazione.